Un invito a essere "umani" e non dei mostri che uccidono animali per indossare i loro cadaveri.
Animali chiusi in gabbia ad impazzire, o catturati in natura con violenza. Gli spezzano il collo, li ammazzano con la corrente, li bastonano a morte, li scuoiano vivi. Anche il collo di pelo di giubbini e cappotti è "pelliccia", sono animali come il tuo cane o gatto, brutalmente uccisi per sfizio.
Negli allevamenti, gli animali sono costretti a vivere in gabbie piccolissime, impossibilitati a muoversi, a seguire i propri istinti e ad avere una normale vita sociale. Per la disperazione, si spezzano i denti mordendo la gabbia, si feriscono da soli, o diventano aggressivi coi compagni. Infine vengono uccisi: la scatola cranica gli viene fracassata, oppure vengono colpiti alla nuca da una bastonata, o gli vengono spezzate le vertebre cervicali torcendogli la testa. Non mancano l'uccisione col gas o per elettrocuzione, cioè scariche elettriche inferte con elettrodi introdotti nella bocca e nell'ano.
In natura vengono uccisi ogni anno decine di milioni di animali. Le trappole bloccano in una morsa d'acciaio una zampa dell'animale, che aspetta per ore o giorni il cacciatore che poi lo soffocherà lentamente (per non sciupare il pelo) premendo sul torace. I 2/3 degli animali intrappolati vengono soprannominati "spazzatura", trattandosi di animali non "da pelliccia", o di animali domestici. A volte, per riuscire a liberarsi, gli animali si staccano a morsi le zampe imprigionate tra i denti metallici della tagliola, e scappano, morendo presto dissanguati.
Non comprare mai pellicce o capi di vestiario con collo, polsi, cappuccio decorati in pelliccia, nemmeno se sembra pelliccia finta: nella maggior parte dei casi è vera, e che non ti puoi fidare dell'etichetta, perché è spesso poco chiara e non sempre veritiera.
Cosa puoi fare tu!
Ci sono vari modi per informare le persone affinché non comprino indumenti decorati in pelliccia.
Ci sono vari manifesti contro l'uso delle pellicce, chiunque può organizzare un'affissione nella sua città.